Recensione a F. Enriques, Il significato della storia del pensiero scientifico, Barbieri, Manduria 2004

La matematica non è un corpus di conoscenze o di procedimenti tecnici, non in primo luogo almeno, né un insieme eterogeneo di teorie assiomatizzate o di verità ottenute per semplice deduzione, ma una pratica concettuale costruttiva, impegnata a interpretare e ridefinire la propria tradizione e finalizzata alla decifrazione e alla intelligibilità di un dato in sé complesso e inaccessibile. Questa attività ermeneutica e decostruzionista porta alla creazione e alla definizione di nuovi ambiti di senso: qualcosa che prima non esisteva, o che esisteva in forme e contesti differenti, viene iscritto in un linguaggio, o in un nuovo linguaggio, e diventa un significato. Non tanto nuovi oggetti quindi – l’espressione, senza alcune precauzioni, rischia di essere fuorviante nel caso della matematica – ma nuovi spazi linguistici, nuove possibilità di senso.