Il problema dell’impressione nella ricerca filosofica del giovane Croce

Nel processo di definizione della Filosofia dello Spirito di Benedetto Croce, il principale nodo teoretico da dirimere per realizzare un effettivo passaggio dalle posizioni realiste, ancora radicate nella prima Estetica, a un maturo idealismo, è costituito dalla problematica relazione spirito-natura, affrontata a più riprese attraverso la progressiva eliminazione di un essere esterno allo spirito umano, e di una conoscenza intesa come separabile dal proprio oggetto. All’interno di un frenetico sviluppo speculativo della produzione del filosofo di Pescasseroli, l’antecedente dell’espressione muta radicalmente natura, passando da un’indefinita passività dell’organismo ad attività pratica, da impressione a sentimento. E’ tuttavia in quel testo preparatorio della grande Estetica, intitolato Tesi fondamentali di un’estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale (1900), che la questione si pone al centro di un complesso ragionamento, certamente emblematico della complessa costituzione di un idealismo nel suo tentativo di emanciparsi da una concezione fondamentalmente positivistica.