Epistemologia e storiografia: conversazione con Giuseppe Galasso

Questa breve intervista a Giuseppe Galasso ha lo scopo di esplicitare, attraverso un interloquire diretto, alcuni dei concetti più brillanti e innovativi del lavoro filosofico di Giuseppe Galasso dedicato alla teoria della storia (Nient’altro che storia. Saggi di teoria e metodologia della storia. Il Mulino, Bologna, 2000). Con il suo “storicismo radicale” Galasso prova infatti a proporre lo storicismo in una nuova veste, che dialetticamente superi i momenti di crisi del pensiero succedutisi nel secolo scorso e, attraverso la pratica dell’ aufheben, faccia tesoro dei nuovi contributi provenienti da queste medesime congiunture. In un’epoca di frammentazione delle conoscenze e dei saperi, Galasso cerca la strada per una loro integrazione nell’orizzonte del pensiero storico. Egli persegue tale fine riconducendo ogni proposizione alla cellula originaria dell’atto del pensare medesimo, che è giudizio, e ritiene che il giudizio sia sempre un giudizio storico. Perciò l’atto di pensiero non conosce connessioni aprioristiche, poiché il giudizio è sempre sintetico-empirico, anche nella formulazione di operazioni matematiche, ove il computo presuppone lo svolgimento. E’ quella che Galasso chiama l’unità storicizzante della mente che non può fare a meno di constatare la storicità di entrambi i capi del processo gnoseologico, attestando dunque la storicità del soggetto, ossia di se stessa, nonché di ciò che il soggetto osserva e coglie nella sua obiettività.